Cannabis alla Guida: Cosa Dice la Legge
La relazione tra cannabis e guida è da sempre un argomento dibattuto e con numerose incertezze.
Mentre l'uso ricreativo della cannabis è stato legalizzato entro certe dosi, l'operare un veicolo sotto l'effetto di questa sostanza rimane severamente vietato in Italia.
Ecco perché è fondamentale comprendere cosa dice esattamente la legge riguardo a questo tema.
Hai mai consumato cannabis prima di metterti alla guida? Ecco cosa hai rischiato.
Se hai mai guidato sotto l'influenza della cannabis, oltre ad esserti esposto a gravi rischi per la tua sicurezza e quella degli altri utenti della strada, hai rischiato di incorrere in conseguenze legali gravi.
Con l’ultima riforma del codice stradale, è stato chiaramente specificato che chi risulta positivo al test rapido sulle sostanze stupefacenti mentre guida, sarà sottoposto all’immediato ritiro della patente, con divieto di recupero per tre anni.
Come in molti altri paesi, in Italia è vietato guidare dopo aver consumato cannabis in quanto ritenuta compromettente delle capacità di guida aumentando il tempo necessario alla risposta a situazioni di pericolo ed aumentando il rischio di incidenti stradali.
La polizia può utilizzare diversi metodi per individuare la presenza di THC o altri cannabinoidi nel corpo di un individuo sospettato di guidare sotto l'influenza della cannabis. Partendo con un semplice test di valutazione comportamentale e di coordinazione, se ritenuto opportuno si può procedere con la prova del nove cioè un test salivare. Sono relativamente rapidi e possono essere eseguiti sul campo, tuttavia non possono determinare con precisione la quantità di sostanza presente nel corpo e né confermare l'uso recente o passato.
A differenza del test salivare, gli esami del sangue sono disposti per confermare con certezza la quantità di THC presente in corpo, e rilevare la presenza di THC nel sangue anche dopo 3 giorni dall’assunzione di cannabis.
Poco rinomato invece è il test del capello, che consiste nel prelevare due o tre ciocche di capelli da diverse zone della testa a partire dalla radice. Con questi campioni si riesce a rilevare se la persona in questione ha assunto droghe nei 90 giorni precedenti.
Effetti della cannabis alla guida
La cannabis e la guida rappresentano un mix rischioso, gli effetti già evidenti anche dopo l’assunzione di piccole dosi (circa 5-10 mg di THC) , aumentano con l'aumentare la dose e possono durare fino a 4-8 ore dopo l’assunzione. Ecco come l'uso della cannabis può influenzare le abilità necessarie per guidare in sicurezza:
- Concentrazione Compromessa: La cannabis può disturbare la concentrazione, rendendo difficile mantenere l'attenzione a imprevisti su strada e segnali importanti.
- Ritardi nei Tempi di Reazione: I tempi di reazione possono essere rallentati dopo il consumo di cannabis, influenzando la prontezza nel rispondere a situazioni di emergenza.
- Distorsione della Percezione Spaziale: L'uso di cannabis può alterare la percezione sensoriale, complicando la valutazione accurata di distanze e velocità.
- Paranoia, Ansia, Derealizzazione e Attacchi di panico: Molte persone dopo aver fumato possono provare svariate emozioni negative che possono portare ad attacchi di panico che durante la guida possono risultare fatali.
H4CBD: Si tratta di un'alternativa legale al THC?
L'H4CBD acronimo di idrogeno tetra-cannabinolo, rappresenta un'interessante evoluzione nel campo del cannabidiolo (CBD).
Questo composto viene creato in laboratorio proprio come l’HHC, si ottiene aggiungendo quattro atomi di idrogeno alle molecole di CBD, nella quale legami doppi si trasformano in legami unici, con il risultato che attiva una reazione chimica che cambia il cannabinoide attivo in un altro, tendenzialmente più forte. Nonostante ciò risulta meno pericoloso e non crea dipendenza per via della scarsa presenza di THC (circa lo 0,3%, quindi anche entro i limiti del legale).
Tale motivo attualmente, fa sì che quando viene eseguito il test della saliva non venga rilevato nel risultato finale, quindi può essere usato tranquillamente come sostituto legale al THC, con effetti più significativi rispetto al normale CBD.