Test antidroga del nuovo codice della strada: i tamponi salivari funzionano davvero?

Test antidroga del nuovo codice della strada: i tamponi salivari funzionano davvero?

Test antidroga del nuovo codice della strada: i tamponi salivari funzionano davvero?

Con l’approvazione definitiva della riforma del codice della strada da parte del Senato lo scorso 20 novembre, i test antidroga per gli automobilisti si fanno più severi. Una novità che sta già alimentando un vivace dibattito. Ma quanto sono affidabili i tamponi salivari? E come cambierà la vita di chi guida? Analizziamo le nuove regole e le implicazioni pratiche, basandoci sui dati e le evidenze disponibili.

Cosa cambia con il nuovo codice della strada?

Tra le principali novità introdotte dalla riforma del codice della strada, spicca l’abolizione del concetto di “stato di alterazione” ai fini della configurazione del reato. Fino ad oggi, infatti, era necessario dimostrare che il conducente fosse in uno stato evidente di alterazione psicofisica al momento del controllo. Con le nuove norme, questa dimostrazione non sarà più necessaria: basterà risultare positivi al tampone salivare per essere imputati.

Il funzionamento del tampone è semplice: posto sotto la lingua per alcuni secondi, rileva la presenza di sostanze come cocaina, anfetamine, oppioidi e THC. Se il test risulta positivo, la patente viene immediatamente sospesa in attesa di ulteriori accertamenti. Se la positività viene confermata, la patente sarà revocata, con un periodo di attesa di tre anni per ottenere nuovamente la licenza di guida.

Questo inasprimento delle regole mira a ridurre i rischi legati alla guida sotto l’effetto di stupefacenti, ma solleva anche questioni rilevanti, in particolare per quanto riguarda il THC, il principio attivo della cannabis.

Quanto rimane il THC nella saliva?

Uno dei principali punti critici dei nuovi test salivari è la permanenza del THC nel corpo umano. Studi scientifici hanno dimostrato che il THC può essere rilevato nella saliva anche molto tempo dopo l’assunzione, quando gli effetti psicotropi sono ormai svaniti. La durata della sua rilevabilità varia in base a numerosi fattori:

  • Studio del 2014:
    • Nei fumatori occasionali, il THC scende sotto i 10 ug/L entro 22-24 ore.
    • Nei fumatori cronici, sono state rilevate tracce significative fino a 28 giorni, sebbene con concentrazioni molto basse (<3 ng/mL).
  • Analisi del SERT di Bergamo (2023):
    • Su 296 pazienti, prevalentemente consumatori cronici, il THC è stato rilevato fino a 22,5 ore dal consumo, con casi isolati fino a 48 ore.

Queste evidenze dimostrano che la permanenza del THC è soggettiva e influenzata da variabili come il metabolismo, la quantità assunta e la frequenza di consumo. Questo rappresenta un problema, poiché una persona potrebbe risultare positiva al test pur essendo lucida e in grado di guidare.

Affidabilità dei test salivari: falsi positivi e falsi negativi

Un altro aspetto cruciale è l’affidabilità dei test. Secondo i dati disponibili:

  • Falsi positivi: sono rari, con una percentuale stimata intorno al 2%. Questo è importante per evitare conseguenze ingiuste, come la sospensione della patente o implicazioni legali per chi non fa uso di droghe.
  • Falsi negativi: la percentuale è più alta, oscillando tra il 50% e il 10%, a seconda della concentrazione di sostanze rilevata. I falsi negativi sono più frequenti nei casi di consumi leggeri o sporadici.

I test salivari sono progettati per privilegiare la specificità, riducendo il rischio di falsi positivi. Tuttavia, questa scelta comporta una maggiore incidenza di falsi negativi, che potrebbero compromettere l’efficacia dei controlli.

Critiche alle nuove regole

Le nuove norme non convincono tutti. Una delle critiche principali riguarda proprio il THC e la sua rilevabilità prolungata:

  • Turisti e cannabis legale: In paesi come la Germania, la cannabis è stata legalizzata per uso ricreativo. Turisti che hanno consumato cannabis legalmente potrebbero risultare positivi al test in Italia anche giorni dopo, subendo pesanti conseguenze.
  • THC terapeutico: Chi assume cannabis per scopi medici rischia di essere penalizzato, nonostante l’uso sia legittimo e supervisionato da un medico.

Questi aspetti sottolineano l'importanza di un approccio equilibrato, che consideri sia la sicurezza stradale sia i diritti individuali.

Conclusioni

I tamponi salivari introdotti con il nuovo codice della strada rappresentano uno strumento utile per aumentare la sicurezza sulle strade, ma presentano alcune criticità:

  • Affidabilità: Sebbene i falsi positivi siano rari, i falsi negativi rimangono un problema.
  • Durata della rilevabilità: Per sostanze come il THC, la permanenza nella saliva è molto variabile e soggettiva, con implicazioni per consumatori occasionali, turisti o pazienti che utilizzano cannabis terapeutica.
  • Implicazioni legali e sociali: La severità delle conseguenze, come la sospensione o revoca della patente, può risultare sproporzionata in alcuni casi.

Sarà fondamentale monitorare l’applicazione delle nuove norme e, se necessario, introdurre correttivi per bilanciare sicurezza stradale e diritti individuali. Nel frattempo, chi guida dovrà prestare molta attenzione, evitando qualsiasi consumo di sostanze che potrebbe comprometterne l’idoneità.