La Cannabis Light illegale? Facciamo chiarezza
Recentemente, il governo italiano ha preso una decisione che ha scosso l'intero settore della cannabis light: con un nuovo emendamento al ddl sicurezza, la vendita e la lavorazione di questo prodotto sono state bloccate, equiparandole alla cannabis con più alto contenuto di THC. Questa mossa legislativa ha sollevato un'ondata di critiche per il suo impatto su un settore in rapida crescita e riconosciuto come un prodotto di qualità made in Italy.
Ma è già in vigore? NO!
Cosa Dice il Nuovo Emendamento
Il recente emendamento inserito nel ddl Sicurezza propone di vietare il commercio, la lavorazione e l'esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti derivati dalla pianta di canapa. Questa stretta colpisce non solo la vendita diretta ma anche i numerosi prodotti come cosmetici, erboristici, integratori alimentari e piante da florovivaismo.
Di conseguenza, negozi specializzati e tabaccherie che offrivano questi prodotti saranno costretti a rimuoverli dagli scaffali.
Questo arriva mesi dopo la stretta sul consumo di cannabis contente THC che già era stato inserito nel nuovo Codice della Strada.
Impatto Economico e Sociale
L'impatto economico di questa restrizione è notevole: circa 800 aziende italiane si dedicano alla coltivazione della cannabis light e 1.500 alla sua trasformazione, con un fatturato complessivo che raggiunge i 500 milioni di euro e coinvolge circa 11.000 lavoratori. Secondo Davide Fortin, ricercatore all'Università Sorbona di Parigi, il mercato della cannabis light poteva crescere fino a 400-500 milioni di euro all'anno con una regolamentazione adeguata, inserendosi in un mercato europeo del valore potenziale di 36 miliardi di euro.
Reazioni e Critiche
La decisione ha suscitato reazioni fortemente negative da parte del mondo politico e imprenditoriale.
Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, ha parlato di una "grave sconfitta per la libera impresa". Anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha criticato duramente il governo, accusandolo di aver "ucciso" il settore della cannabis light "in preda a una furia ideologica", sottolineando la perdita di una filiera tutta italiana e di 11.000 posti di lavoro.
Conclusione
La nuova regolamentazione rappresenta un punto di svolta per il futuro della cannabis light in Italia.
Mentre il governo sostiene di agire in nome della sicurezza pubblica, molti sostengono che questa mossa metta a rischio un settore economico vitale e limiti la libertà d'impresa senza giustificazioni valide.
Le conseguenze di questa decisione saranno probabilmente oggetto di dibattiti e contestazioni nei prossimi mesi, con possibili ripercussioni non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Nel frattempo, è essenziale rimanere informati e partecipare attivamente al dibattito pubblico su una questione che influenzerà non solo l'economia ma anche la cultura del nostro Paese.
Ma quindi adesso?
Per ora non cambia nulla.
La Cannabis Light illegale è ancora un miraggio e ne parleremo quando la votazione passerà in Senato a settembre.
Svariate associazioni si stanno già muovendo per sensibilizzare la politica nostrana in modo da far capire che la Cannabis Light non può, per sua natura, avere effetto drogante e siamo sicuri che ne usciranno vittoriosi.
Ricordiamoci che, nonostante tutto, l'Italia non è proibizionista come dicono i media e, anzi, la legge è relativamente benevola anche in merito all'autocoltivazione.
Insomma: restiamo in attesa, ma con la sicurezza che nessuno metterà mai la cannabis light illegale.